mercoledì 28 marzo 2012

Gravidanza Simultanea Intra ed Extrauterina


Prima parte del report curato dal Dott. F. Panini e dal Ginecologo Luigi Langella.

Lo sviluppo contemporaneo di una gravidanza uterina e di una gravidanza extrauterina rappresenta ancora oggi una evenienza rara e degna di particolare interesse. Essa può essere definita una gravidanza multipla (Maurizio) nella quale due uova fecondate durante lo stesso ciclo si annidano e si sviluppano contemporaneamente, una in cavità uterina, l'altra in sede ectopica. Questa contemporaneità delle due gravidanze la differenzia dalla possibile coesistenza di una gravidanza intrauterina con gli esiti di una pregressa gravidanza ectopica, generalmente litopedio.
Il primo caso di gravidanza contemporanea intrauterina ed extrauterina fu segnalato da Duvernay nel 1708.
Da allora la casistica si è fatta sempre più numerosa anche se le cifre globali risultano spesso discordanti tra gli AA.

Nel 1940 la casistica riportata nella letteratura mondiale era infatti di 294 casi secondo Bernstein, di 304 casi secondo Mitra, di 352 casi per Ludwig e di 400 casi per Powell. Nel 1952 Zarou riportava 415 casi; Viviano nel 1956 citava 437 casi e secondo Valsecchi nel 1959 i casi descritti s'aggiravano su un totale di circa 440 casi.
Secondo le più recenti statistiche i casi descritti in letteratura di gravidanza contemporanea intra ed extrauterina non superano i 500 casi (Magendie, Marque e De Soza) con una frequenza dello 0,8% sulle gravidanze ectopiche e dello 0,003% - 0,015% su tutte le gravidanze (P. Voz-Pratt.-Spague).
In quasi tutti i casi illustrati si trattava di gravidanze tubariche (Mulla e Johns); rarissimi i casi conosciuti in cui la gravidanza uterina era concomitante ad una gravidanza ovarica (Hertig, Marenus, Planas e Silverberg, Mulla e Johns), ed eccezionale la simultaneità con una gravidanza addominale secondaria (Chapman, Marenus).

Circa l'origine dei due ovuli fecondati, appartenenti ad uno stesso ciclo è possibile che essi provengano o da un solo follicolo primitivamente provvisto di due cellule uovo o da due follicoli maturati contemporaneamente, con sede in uno stesso ovaio o in due ovai diversi.
Ancora molto discussa, (è il parere di Luigi Langella) ma praticamente dimostrata, per quei casi nei quali l'epoca di evoluzione e il grado di sviluppo delle due gravidanze intra ed extrauterine simultanee era nettamente diversa, la possibilità di una superfetazione, intesa però come fenomeno d'eccezione estremamente raro (Clarck, Moudry, Ezes). In proposito caratteristico è il caso di Clarck nel quale la gravidanza tubarica era di due mesi mentre la gravidanza uterina era a termine.

lunedì 12 marzo 2012

Luigi Langella ginecologo, sintesi e risoluzione di un caso di fibromioma

Riassunto: Gli Autori, un team di medici che include il Ginecologo Luigi Langella, descrivono un caso di fibromioma previo del collo uterino in una donna gravida a termine di travaglio di parto.
Il parto si espletò per via vaginale nonostante la presenza del grosso fibroma grazie alla sua particolare sede di impianto ed alla possibilità di fuoriuscire dal canale vaginale al davanti della parte presentata.

Secondamento fisiologico. Si attua un controllo emostatico della base di impianto del grosso fibroma cervicale con punti al margine destro e sin. della stessa.
Si ripone il fibroma in vagina con garza in loco rinviando ad un secondo momento l'asportazione dello stesso.
Regolare l'immediato post partum. Successivo puerperio con note di sub-involuzione uterina e lievissima riduzione del volume del fibroma cervicale che tende a prolassarsi all'esterno con iniziali fenomenti necrotici.
Pertanto in 12ª giornata si procede per via bassa ad asportazione del fibroma cervicale in parte macerato.
Intervento: si estrinseca fuori dai genitali il grosso miofibroma impiantato sul carrello anteriore.
Incisione vaginale con scollamento della vescica verso l'alto.
Emostasi della base di impianto mediante 4 punti transfissi. Escissione. Sutura del bordo vaginale anteriore sul collo. Zaffo vaginale. Ulteriore puerperio regolare. Dimessa in VII giornata dall'intervento.
Pezzo operatorio: tumefazione rotondeggiante con volume 12 X 14 cm in fase di involuzione puerperale, di consistenza duro-pastosa a superficie liscia in gran parte ricoperta da mucosa esocervicale con zone di necrosi emorragica. All'es. Ist. Leiomiofibroma uterino a partenza cervicale con aree di necrosi emorragica.
Abbiamo voluto descrivere il caso giunto alla nostra osservazione in cui, nonostante la mole cospicua del modulo fibromatoso, la possibilità di peduncolarsi all'esterno ha ugualmente consentito il parto per vie naturali.

Ginecologo Luigi Langella su un caso di fibromioma

mercoledì 7 marzo 2012

Il Ginecologo Luigi Langella e le metodiche per il ciclo anovulare

Regione Campania – U.S.L. 44, Ospedale « Loreto Nuovo » - Napoli-Divisione Ostetrico-Ginecologica
Primario: Prof. Franco Panini

VARIE METODICHE PER IL TRATTAMENTO DEL CICLO ANOVULARE
S. ANSALDI – Luigi Langella – A. CORCIONE – A. A. ROMANO – M. R. ANUNZIATA – V. MIRANDA
Nella moderna pratica terapeutica, nel campo della sterilità anovulatoria, disponiamo ormai di numerosissimi farmaci più o meno efficaci nelle varie forme di tale patologia. Vi sono, però, alcune metodiche, concettualmente meno accettabili, ma che bisogna valutare da un punto di vista pratico e forse anche storico; si tratta dei trattamenti ginecologici riflessi, della radioterapia ipofiso-ovarica e dei trattamenti chirurgici dell'ovulazione. Alcune di queste condotte terapeutiche sono probabilmente superate, altre ancora in voga, ma è importante avere ugualmente una visione generale di tutte le possibilità nel campo della sterilità anovulatoria.

A) Trattamento ginecologico riflesso

Tutta una serie di manovre ginecologiche sono suscettibili di favorire occasionalmente la stimolazione di un'ovulazione.
Tra queste sono da segnalare delle manovre diagnostiche che comportano la stimolazione dell'istmo (l'isterometria, la biopsia dell'endometrio, l'insufflazione e la isterosalpingografia) che possono determinare un'ovulazione e quindi una gravidanza, così come la elettrostimolazione del collo uterino, o l'aspirazione endouterina.
Va segnalato che ogni manovra può agire come stimolo riflessogeno a livello del collo, ma è anche possibile un'azione di tipo psicosomatico che sblocca in via nervosa il riflesso dell'ovulazione.

B) Radioterapia ipofiso-ovarica

Questa metodica è stata per lungo tempo l'unico mezzo efficace per il trattamento dei cicli anovulari.
I risultati ottenuti furono abbastanza buoni e addirittura venne riferito che almeno il 44% delle donne ebbero delle gravidanze dopo questo tipo di terapia.
Per quanto riguarda le malformazioni derivanti da questa terapia è da escludere un'azione negativa in questo senso.

C) Pessario di Petit Le Four

L'impiego del Pessario di Petit Le Four nella sterilità femminile è un problema di neuroendocrinologia clinica.
Lo studio è stato condotto complessivamente su 21 donne in età dai 18 ai 42 anni che presentavano sterilità anovulatoria per periodi che variano da caso a caso da 2 a 15 anni.
Prima di adottare la decisione di applicare il dispositivo di Petit Le Four per ogni paziente sono stati espletati i seguenti esami, oltre la visita ginecologica classica:
1. Esame del marito o partnet.
2. Isterosalpingografia.
3. Biopsia dell'endometrio con striscio vaginale.
4. Controllo dell'ovulazione.
5. Studio della funzione tiroidea.
6. Dosaggi degli steroidi seguenti nelle urine di 25 ore in condizioni basali:
a) Fenolsteroidi.
b) Pregnandiolo.
c) Pregnantriolo.
d) 17 Ketosteroidi.
e) 17 Idrossicorticoidi.

A queste donne veniva introdotto previa dilatazione con le sonde di Hengar il pressario di Petit Le Four nel canale cervicale uterino e fissato mediante un punto in catgut o lino, o mersilene: l'apparecchio veniva fissato al labbro inferiore o posteriore della portio.
Dopo 7 giorni l'apparecchio veniva rimosso e la donna dimessa era invitata ad avere rapporti coniugali possibilmente a metà ciclo.
Su 221 casi trattati i soggetti che hanno concepito entro 12 mesi dall'applicazione del pessario sono stati 50 e cioè in percentuale il 22%.
Delle 50 gravidanze, 41 soggetti hanno condotto la gravidanza oltre il 180° giorno mentre negli altri casi 9 (18%) la gravidanza si è interrotta prima del 180° giorno.
Un tentativo di analizzare gli effetti del pessario in relazione alle diverse condizioni patologiche che sono state ritenute possibili cause di sterilità può essere il seguente:

Condizioni Patologiche
Numero complessivo
Gravidanze
%
Aborti
Sterilità essenziale
64
13
20,3
1
Privi di ovulazione
85
20
21
3
Con ipoplasia uterina
31
23
25,2
5
Difetto di posizione dell'utero
33
9
27,2
2

Al pessario è stata chiesta un'azione meccanica di dilatazione del canale cervicale o correzione di difetto di sviluppo, o di posizione dell'utero.
Si è avuto infatti un aumento dell'incidenza percentuale delle gravidanze nei casi di ipoplasie e di difetto di posizione dell'utero.
La sollecitudine del processo ovulatorio provocato dal pessario endocervicale avviene in questi casi con un meccanismo in cui lo stimolo meccanico sul collo uterino agisce verosimilmente alla stregua di un trigger capace di rimettere in moto per un certo tempo l'attività ciclica delle strutture ipotalamo-ipofisoovariche che presiedono all'ordinato svolgimento dell'attività ovulatoria.
Del resto molte osservazioni sembrano ammettere l'esistenza nella donna di meccanismi riflessi utero-ipofisari.
E' ammessa l'esistenza e la validità fisiologica di riflessi di Ferguson secondo i quali la dilatazione del collo è capace di provocare la liberazione di ossitocina (Ferguson, Harris, Chisci e coll.).
Analogamente a quanto accade con il riflesso della suzione a livello del capezzolo.
Per quanto riguarda la liberazione di gonadotropine in conseguenza di uno stimolo a livello dell'utero, numerose osservazioni risultano positive in tal senso (Ferris, Vimes, Garrone, Durando).
Secondo l'indagine clinica eseguita dallo staff del Ginecologo Langella sono state tratte alcune conclusioni:
a) non sembra giustificato l'abbandono del pessario di Petit Le Four la cui efficacia in certe forme di anovularietà è stata riconfermata dai risultati ottenuti;
b) nelle forme di sterilità legata a difetti di sviluppo dell'utero e di posizioni dell'utero la sua efficacia sembra più specifica e non facilmente raggiungibile da altre terapie mediche;
c) nelle forme di sterilità dipendenti da difetto ovulatorio i risultati sono paragonabili a quelli ottenuti con farmaci induttori dell'ovulazione senza presentare alcuno degli inconvenienti legati a tale terapia.
Ginecologo Luigi Langella, report sul ciclo anovulare